C215


CRISTIAN GUEMY A.K.A C215 - http://www.flickr.com/photos/c215/
Ritrattista, attento ai contrasti e al chiaroscuro, il linguaggio pittorico di Guemy abbraccia lo stencil soltanto negli ultimi quattro anni, alla ricerca di innovazione tecnica e nuove modalità espressive. Ne deriva un mood pittorico unico, che dà voce alle sensazioni più intime dei soggetti rappresentati.
Disegno organico e rappresentazione figurativa, il fervore creativo si condensa in una sintesi, una ricerca nell’ambito del ritratto che dà voce agli ultimi. Gli emarginati, i senzatetto, rappresentati a partire da scatti fotografici, trovano posto e magari dignità nello spazio immobile delle mura delle città. Tecnicamente parlando, le uniche regole della stencil-art sono la velocità di esecuzione e l’impatto visivo.
Trentasette anni, più di venti passati a dipingere e creare opere d’arte per strada, a partire dalla prima Vespa gialla che dipinse appena quattordicenne su un muro di Orleans, in Francia. C215 fa volentieri il nome di uno dei pionieri della street art, il francese Ernest Pignon Ernest e conosce bene il Rinascimento, avendo conseguito un Master in Fine Arts. Rivolgendosi al passato però, alla storia dell’arte, sostiene che il migliore atteggiamento sia “guardare ma non toccare”.
C’è bisogno di innovare, all’interno di un percorso dove tecnica e linguaggio vanno di pari passo. Le trame degli stencil si infittiscono, le linee d’esperienza solcano volti sconosciuti e il colore dà vita e spessore agli individui. Con C215 ogni figura è un unico ed ha le stesse speranze di sopravvivere alla corrosione del tempo che a quella della memoria. Lo stencil prende sostanza pur rimanendo veloce, spontaneo, leggero, non perdendo contatto con le sue origini.
New York, Los Angeles, Londra, Dakar, Barcellona, Casablanca, Tel Aviv, New Delhi, Roma, Venezia, Vienna, Bratislava, Amsterdam, Berlino, Varsavia e Istanbul… Per C215 la street art è un’esplorazione del mondo, è la possibilità, almeno, di una qualche salvifica odissea personale.
Ma il suo cuore è sempre rimasto nella sua città natale, Vitry Sur-Seine. Così la città di 80.000 abitanti nel dipartimento della Valle della Marna nella regione dell’Île-de-France, è letteralmente tappezzata dai suoi pezzi, per la gioia degli abitanti. Volti di vecchi, ragazze, uomini, gatti, e ogni tanto la sua faccia che fa capolino.
Uno stile preciso e inconfondibile il suo, che lascia che i volti umani siano attraversati da linee raffiguranti una sorta di anatomia del dolore, della sofferenza o più semplicemente dell’esperienza. Ogni personaggio, ogni protagonista del quotidiano spettacolo urbano che C215 mette in scena, tiene traccia sul viso del percorso che l’ha portato fin lì. Possono sembrare cicatrici, nervi, filamenti muscolari, ma forse altro non sono che un guizzo di vita che stacca per un istante dal muro queste figure.
Chi ama la street art non può lasciarsi sfuggire l’appuntamento di Milano. Un’occasione rara, per un artista che non frequenta spesso le gallerie…non perché le disprezzi, ma perché ama trascorrere la maggior parte del suo tempo in giro per strada, a dire la sua e rendere unici e preziosi angoli di mondo (testo a cura di Lorenzo Mazza).


C215 A LONDRA


C215 IN TEL AVIV


C215 IN BROOKLYN

C215 IN MIRALEFT (MAROC)