venerdì 25 marzo 2011

La street art di Verbo

photo courtesy: Verbo - visita il sito

 NO WHERE


CAGLIARI
ROMA


NO WHERE


Mitja “Verbo” Bombardieri classe’77, è un artista poliedrico che spazia dalla pittura alle avanguardie elettroniche. Nutrendo particolare attitudine per tutte le arti visive, cresce velocemente nella scuola del graffiti-writing europeo dove le sue opere fanno la differenza tanto da venir invitato a far parte della storica crew PDB, non che ad essere richiesto per importanti manifestazioni internazionali, per collaborazioni con grandi marchi, o per la realizazione di opere pubbliche per molti comuni europei.
La “celebrazione dello stile”, messaggio principale delle sue produzioni pittoriche, è automaticamente sia veicolo emozionale del proprio vissuto contemporaneo, che estetica del ludico e del sogno nati da quella prima generazione cresciuta con il bombardamento televisivo di cartoni animati e videogiochi, e si va ad inserisce in quella zona posta tra comunicazione massmediatica eterea e concretezza dell’asfalto metropolitano, sintetizzandosi in un segno plastico e deciso.
Lo studio del proprio codice comunicativo si trasforma col tempo in forme dinamiche e plastiche, strutturate come armature che proteggono l’anima della lettera innocente come l’attitudine di un bambino che scrive sul suo abecedario, veri e propri esoscheletri di insetti biomeccanici che quotidianamente lottano per far sopravvivere l’essenza del gesto nell’ecosistema urbano, contaminandolo visivamente. Attuando azioni da writer ne va quindi a celebrare volontariamente il senso: questi esseri rappresentano il fermento di una sottocultura spontanea che si diffonde al di là delle sovrastrutture sociali, portando in superficie nuove forme estetiche inattese e fresche, come le api portano il polline ai fiori.
Oltre all’uso delle tecniche pittoriche tipiche della graffiti-culture, introduce nuove regole visive grazie all’utilizzo di computer, proiettori e di un software (il flxer, di cui è co-sviluppatore) spostando le strumentazioni elettroniche dall’interno dei locali, in cui, praticamente una seconda vita, è solito esibirsi come visualartist (non ultima la sua performance al Sonar di Barcellona nel 2006), portandole sulla strada dove le sue “videoincursioni” trovano un pubblico a lui più congeniale: “back to the street”, dove si parla a tutti indistintamente accendendo dei segnali luminosi nel buio della notte, e dove una location si trasforma, diventando parte essenziale della performance visuale.
Si può parlare quindi di diffusione del Verbo, gioco di parole e di lettere non casuale: è da li che parte il progetto di un“alfabetizzazione di massa”, nel 2004, scegliendo di collaborare quindi anche col mercato dell’arte, in particolare con il mezzo di diffusione televisiva dal 2007 e presentando un particolare studio della sua calligrafia che ne celebra si lo stile ma al contempo il rapporto tra il writer e il contesto sociale, una simbiosi fondamentale per l’essenza di questa forma espressiva. La scelta quindi di operare sulle lastre tipografiche, matrici simbolo della comunicazione di massa, rappresenta non più solo crossare e impaginarsi nel contesto urbano al fine di apparire, ma crossare l’apparire pubblicitario in un confronto che è la sintesi perfetta dell’atto del writing stesso: gesto e contesto, ovvero lo stile che celebra il contemporaneo.

Nessun commento:

Posta un commento